Fisiognomica: la figura analogica dell’unità tra anima e corpo

Autori

  • Giampaolo Ghilardi Istituto di Filosofia dell’Agire Scientifico e Tecnologico, Università Campus Bio-Medico Roma

DOI:

https://doi.org/10.17421/2498-9746-05-11

Parole chiave:

fisiognomica, analogia, Aristotele, biometrie, Lavater, Lichtenberg

Abstract

La fisiognomica, dal Greco physiognomia, φύσις (phüsis, natura) e γνώμη (sentenza/giudizio), indica l’antica scienza di riconoscere il carattere morale di una persona partendo da alcuni tratti somatici ritenuti, per via di giudizio induttivo, più significativi di altri. Nei secoli questa pratica passò dall’essere una disciplina accettata con un proprio statuto epistemologico specifico ad una pseudoscienza. Ad oggi, nonostante l’assenza di una sua fondazione teoretica, essa viene implicitamente adottata nelle scienze biometriche, tra le quali le tecniche di riconoscimento facciale sono un utile esempio per comprendere come di fatto essa sia ancora operante a livello pratico.

Aristotele coniò un tipo specifico di sillogismo, il sillogismo fisiognomico, per spiegare questo genere di inferenza dove le premesse non sono di natura certa, ma probabilistica. Ciò che intendeva lo Stagirita con il verbo φυσιογνωμονεῖν physiognomein (fisionomizzare) è l’abilità di trarre giudizi su stati mentali umani a partire da caratteristiche tipiche di altri animali, nei quali spesso determinate connotazioni fisiche si accompagnano a stati comportamentali specifici.

La fisiognomica dunque si occupa di segni. Perché i segni siano veri occorre che la relazione tra di essi e i referenti sia sicura, occorre cioè che corpo e anima siano strutturati secondo una certa convergenza tale per cui al variare dell’uno corrisponda il variare dell’altra. Da qui la domanda: quale relazione intercorre tra il mutamento del corpo e quello dell’anima? È il primo che determina il mutamento della seconda o viceversa? O forse esiste un elemento precedente ad entrambi che determina il simultaneo mutamento dei due elementi?

Le moderne teorie dei segnali, normalmente adottate come architettura concettuale delle tecniche biometriche, si usa per lo più un modello di corrispondenza di tipo uno a uno. In questo lavoro propongo un diverso percorso razionale che fa perno sulla nozione di analogia per articolare la via di accesso da una dimensione, quella corporea, all’altra, quella psico-emotiva.

 

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Pubblicato

2021-05-04

Fascicolo

Sezione

Natura umana, anima e corpo. Convergenza di prospettive