Sintomo o peccato: per un dialogo tra antropologia e psicopatologia

Autori

  • Antonio A. Filiberti Direttore Servizio di Psicologia , ASL VCO, Verbania

DOI:

https://doi.org/10.17421/2498-9746-05-08

Parole chiave:

sofferenza psichica, senso di colpa, psicopatologia, discorso terapeutico, senso del peccato

Abstract

Oggetto di questo studio è la rinuncia di un’immagine antropologica dell’uomo come totalità psico-somatica e spirituale e le conseguenze di questa rinuncia nell’ambito della relazione con la sofferenza psichica. Conseguenza prima di questa rinuncia è aver reso estraneo il male commesso al dolore mentale, aver reso eretica la domanda se fare del male fa male alla mente di chi lo compie, identificando questa domanda con una oscura visione della follia come maledizione divina. In questo lavoro parlerò soprattutto di male commesso. Viene sostenuta la tesi che il male fa male non solo a chi lo subisce ma potrebbe ferire anche la vita mentale di chi lo commette. Non viene proposta un’identificazione male commesso e sofferenza psichica, come se esistesse una relazione diretta tra cattiva condotta e malattia mentale, ma viene sostenuta la tesi che trascurare il ruolo del male commesso nella genesi della propria sofferenza psichica porta a non considerare il possibile legame tra senso di colpa e senso del peccato con conseguenze negative per il percorso clinico-riabilitativo. Giovanni Paolo II, nel discorso fatto ai membri dell’American Psychiatric Association, il 4 gennaio 1993, diceva che la Chiesa è convinta che nessuna adeguata stima dell’uomo o dei requisiti per il compimento del suo benessere psico-sociale possono essere fatti senza rispetto per la dimensione spirituale e per la capacità di auto-trascendenza dell’uomo. Ne segue che nessuna genuina terapia o trattamento per i disturbi psichici potranno mai essere in conflitto con l’obbligo morale del paziente di perseguire la verità e di crescere nella virtù. Questa componente morale del compito terapeutico pone grandi domande agli operatori della salute mentale, che devono essere impegnati nel raggiungimento di un più adeguato possesso della verità e nel dimostrare un profondo rispetto per la dignità dei loro pazienti.

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Pubblicato

2021-05-04

Fascicolo

Sezione

Natura umana, anima e corpo. Convergenza di prospettive