Educare la persona umana, educando alla Bellezza
DOI:
https://doi.org/10.17421/2498-9746-01-16Abstract
È ancora possibile, in un’era dominata dal progresso tecnologico, parlare di educazione alla Bellezza? Peppino Impastato sognava una terra libera dall’abitudine e dalla rassegnazione, facendo leva proprio sull’educazione alla bellezza. E altri, prima e dopo di lui, hanno creduto nella possibilità che la Bellezza possa salvare il mondo, perché l’uomo ha bisogno di contemplare ciò che è bello, per essere elevato alla Verità e alla Bontà. L’educazione alla Bellezza diventa, quindi, essenziale per la persona umana, perché essa stessa possa riconoscersi come “cosa bella” e, di conseguenza, come partecipe di bontà e di verità. L’esperienza della Bellezza, pur essendo esperienza personale, non è, tuttavia, esperienza solipsistica: essa dice una relazione tra il soggetto che contempla e l’oggetto contemplato. Chi è educato alla Bellezza, è capace di sviluppare capacità relazionali degne del suo essere personale, perché riconosce che l’oggetto possiede una bellezza intrinseca, che deriva dalla sua partecipazione alla Bellezza dell’Essere, e non dal gusto personale di chi guarda. Per questo, il gusto è facoltà da educare, al pari delle altre facoltà umane, perché l’uomo, unico essere al mondo che necessita di educazione e aspira alla Bellezza, possa essere ricondotto al grande albero dell’Essere, da cui, spesso inconsapevolmente, trae la sua linfa e il suo sostentamento.