Educazione versus formazione: un problema già kantiano

Autori

  • Eva Oggionni Università degli Studi di Milano

DOI:

https://doi.org/10.17421/2498-9746-01-07

Abstract

Il paper muove da una breve analisi commentaristica di tre passi kantiani che vedono contrapporsi, soprattutto dal punto di vista valoriale istituito da Kant, i concetti di educazione (intesa come istruzione e coltura dei propri talenti) e formazione (dell’individuo morale). Al sussistere di una tale dicotomia si oppone però la formulazione, da parte dello stesso Kant, del dovere di coltivare i propri talenti (dovere di virtù già tematizzato nella Fondazione della metafisica dei costumi). Come motiva Kant l’inserimento della coltura dei propri talenti tra i doveri morali? Trovare una risposta a tale questione significa cucire, nel modo più saldo, la cesura tra educazione e formazione delineata: non soltanto i propri talenti vanno, secondo Kant, coltivati nonostante sia possibile disgiungerli nettamente dallo scopo finale della creazione in merito all’uomo, bensì rientrano a tutti gli effetti nel novero dei doveri di virtù. Il paper si conclude con due ordini di riflessioni atte a soddisfare tale richiesta, facendo riferimento ad un passo della Metafisica dei costumi esplicativo in questo senso ma soprattutto sviluppando un’interpretazione del rapporto tra educazione e moralità secondo Kant che coinvolge i suoi concetti di sommo bene e di felicità.

##submission.downloads##

Pubblicato

2021-05-04

Fascicolo

Sezione

Logos e paideia: momenti e modelli nella Modernità