Il Libro settimo delle Confessioni: Dio e il male
DOI:
https://doi.org/10.17421/2498-9746-06-06Parole chiave:
Agostino, manicheismo, neoplatonismo, bene e male, privatioAbstract
Il presente contributo ricostruisce puntualmente i contenuti filosofici del Libro VII delle Confessioni di Sant’Agostino. La progressiva purificazione della concezione del divino, porta il nostro autore a un superamento della visione materialistica e dualistica del manicheismo e a una assunzione critica del meglio della tradizione neoplatonica. Agostino però radicalizza l’indicazione neoplatonica, giungendo a sostenere che tutto ciò che è, in quanto è, è bene. Il male, non solo non ha una sua fonte ontologica propria, ma neppure ha una sua propria consistenza: esso è privazione di bene. Nell’articolo si cerca di ricostruire criticamente come un simile plesso di tesi — così carico di corollari a ogni livello — trovi giustificazione teoretica nel testo agostiniano.