Aristotele desiderante. La filosofia come direzione di vita
DOI:
https://doi.org/10.17421/2498-9746-10-10Parole chiave:
Aristotele, Desiderio, Animalità, ArmonizzazioneAbstract
Sebbene Aristotele indichi l’eccellenza contemplativa della sophia come la riuscita più felice e forse il compimento stesso dell’umano, resta il fatto che l’umano la assapora solo a intermittenza. Esso è pur sempre un animale, zoon, appartiene all’andamento ondivago delle passioni, all’incostanza e al capriccio del caso, all’imprevedibilità del divenire. Ed è intimamente attraversato da pulsioni, desideri, appetiti—moti che lo percorrono senza che sia lui a governarli secondo il suo volere. La fenomenologia di tali moti è costellata da termini come epithymia, thymos, pathos, eros, orexis. Il saggio si concentra sul tema del desiderio e sulla primordialità che Aristotele conferisce a questo elemento costitutivo dell’umano e del suo mistero.