Il proprio bene comprende il bene degli altri?
Una possibile risposta della "phronesis"
DOI:
https://doi.org/10.17421/2498-9746-11-14Parole chiave:
Altruismo, Amore per se stessi, Saggezza pratica, Ricœur, MiseriaAbstract
Questo saggio, adottando la prospettiva dell’etica delle virtù, esplora il concetto di autentica generosità e la sua connessione con la realizzazione del sé. La metodologia impiegata si articola in un percorso filosofico progressivo. Inizialmente, si attinge alle riflessioni di Paul Ricœur sulla sollecitudine e sull’alterità, che pongono le basi per comprendere come una sana philautia possa tradursi in apertura verso il prossimo. Per cercare di capire se esista un altruismo genuino, la seconda parte del saggio riprende i concetti aristotelici di vita buona, comportamento virtuoso, sollecitudine, attraverso la prospettiva di Julia Annas, la cui interpretazione aristotelica di sollecitudine la lega al filosofo francese. L’intento è di mostrare il ruolo rivestito dalla phronesis come garanzia di un’azione svolta per il vero amor di sé e per il vero amore del bene del prossimo. Per dare concretezza empirica a queste riflessioni teoriche, lo studio riporta episodi della vita di Massimiliano Kolbe, utilizzandoli come esempi emblematici per illustrare un altruismo profondamente radicato come habitus morale.
