Insegnare a filosofare, ovvero a riconoscere la centralità dell’altro
DOI:
https://doi.org/10.17421/2498-9746-01-29Abstract
Nell’opuscolo dal titolo Notizia sull’indirizzo delle sue lezioni nel semestre invernale 1765-1766, con cui Kant illustrava i corsi di metafisica, etica, logica e geografia fisica, e nella Critica della ragion pura l’insegnamento filosofico è tematizzato attorno alla distinzione “imparare la filosofia” ed “imparare a filosofare”. Per Kant, il maestro può insegnare all’allievo soltanto a filosofare, cioè a costruire una propria opinione. Diversamente l’allievo sarebbe la copia in gesso d’un altro essere vivente, avendo appreso semplicemente il sistema filosofico di un pensatore.
Assumendo come prospettiva di osservazione la teoria dei sistemi e tenendo presente il pensiero di Kant, si propone una diversa impostazione della tematica. La teoria dei sistemi, secondo l’elaborazione di Niklas Luhmann e di Raffaele De Giorgi, ruota attorno al concetto di comunicazione, che si realizza soltanto nel momento in cui vi è la comprensione di senso da parte dell’altro. In qualsiasi processo comunicativo emerge, allora, la centralità dell’altro, di colui che comprende, cioè di colui che costruisce senso. Il compito del maestro diventa quello di insegnare la tecnica dalla quale nasce il filosofare. Si può insegnare a costruire mondi in maniera compartecipata, in modo che la funzione dell’altro nello scambio dialogico sia centrale. Insegnare a filosofare significa, allora, fare in modo che vengano appresi abiti di comportamento che considerino la centralità dell’altro.