La virtù come disposizione a patire. Aristotele sulle passioni a partire da EN II 4
DOI:
https://doi.org/10.17421/2498-9746-07-03Parole chiave:
passioni, virtù, Aristotele, Etica Nicomachea, ira, pauraAbstract
Nell’Etica Nicomachea Aristotele afferma che la virtù è uno stato abituale in base a cui ci atteggiamo bene o male rispetto alle passioni. Lo scopo principale di questo articolo è dunque quello di esplorare in che modo la virtù sia collegata da Aristotele alle passioni e quali difficoltà siano collegate a questo tema. Innanzitutto, dal momento che Aristotele descrive le passioni come moralmente neutre, bisognerà chiedersi perché affermi successivamente che è possibile biasimare un agente per aver provato una paura eccessiva. In secondo luogo, se le passioni sono patite da un agente ci si dovrà chiedere se e in che modo è possibile educare e abituare le passioni, che non sono in controllo dell’agente e che non sono oggetto di scelta.